Cherofobia, la paura di essere felici!
Per «cherofobia» non si intende la paura di essere allegri e spensierati, ma una vera e propria ansia che assale le persone quando va tutto bene.
Il lavoro, l’amore, la famiglia, la salute: tutto va perfettamente, all’improvviso arriva l’ansia. L’ansia che tutto ciò che si è costruito possa finire.
Il termine «cherofobia» deriva da due termini greci: kairos (καιρός), il piacevole tempismo di sfruttare l’occasione, il tempo dell’attimo fuggente, e fobia (paura). In sostanza, la paura di prendere parte a qualsiasi cosa divertente, di parteciparvi.
Come si riconosce
Pur non essendo inserita nell’elenco dei disordini mentali, è stato individuato un corpus di sintomi specifici: ansia qualora invitati a eventi sociali; rinuncia a opportunità che potrebbero condurre a cambiamenti positivi nella vita per paura che possano poi sfociare in qualcosa di negativo; rifiuto di partecipare ad attività divertenti; pensare che essere felici possa poi significare che accadrà qualcosa di negativo; pensare che la stessa felicità possa trasformarti in una persona peggiore; pensare che mostrare felicità sia negativo di fronte agli amici e alla propria famiglia; pensare che cercare di esser felici sia una perdita di tempo o uno sforzo inutile.
Dove nasce e come affrontarla
Per affrontare la cherofobia è necessario comprendere da cosa sia scaturita: attraverso la psicoterapia infatti il paziente può andare a fondo nella ricerca delle cause e iniziare un percorso di riabilitazione psichica. A volte, a innescare questa condizione sono dei veri e propri eventi traumatici che investono la nostra vita al punto da renderci incapaci di goderci i momenti più belli per paura (cherofobia) che possano nuovamente finire o addirittura trasformarsi in incubi peggiori delle routine. La psicoterapia in questi casi è pertanto diretta alla comprensione innanzitutto di quali siano le cause originarie che hanno portato all’associazione piacere=dolore e a spezzare la spirale di associazione negativa. Si tratta in genere, secondo gli specialisti, di un meccanismo di difesa messo in atto a seguito di traumi o conflitti, nel tentativo psichico di proteggersi dall’eventualità di riviverli. Ma per quanto sia necessario del tempo, e sia necessario lavorarci attraverso un percorso psicoterapeutico, affrontare la cherofobia è possibile per approdare in definitiva a un diverso modo di pensare ovvero nel famoso «Carpe diem».